Gente,
tutto quel che c’è
“le
facce non proclamano opinioni, non esprimono critiche, dicono solo: “così siamo
nella vita vera e ne non ti piace non lo voglio sapere perché vivo la mia vita
a modo mio e che Dio ci benedica tutti, forse”…“se ce lo meritiamo”…
Jack Kerouac, prefazione a Gli americani
di Robert Frank.
La street photography è uno strumento di
indagine dei molteplici aspetti del vivere comune, una pratica che richiede
etica giornalistica e senso critico nella comunicazione e divulgazione di una cultura
condivisa. Il fotografare, attività diffusa e democratica, deve rimanere libero
da costrizioni e impedimenti come spiega Vincenzo Cotinelli nella sua
interpretazione delle leggi vigenti – principi costituzionali, Legge n.633,
Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 – che regolano la fotografia di
persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico: ripresa, utilizzo e pubblicazione.
Questa esposizione nasce dalla volontà di
immortalare istanti emblematici delle attività svolte dall’uomo nella sua
quotidianità, con lo specifico riferimento alla dimensione sociale. Si è scelto
di suddividere gli scatti seguendo i diversi lavori di reportage svolti,
corredando alcuni di questi con testi scritti dall’autore stesso.
Per quanto lo scatto fotografico possa
essere considerato un gesto comune e di attuazione immediata occorre riflettere
e considerare il fatto che mediante questo medium si compie un’operazione che
porta ad un duplice risultato: da una parte viene decretata la “morte” del
soggetto e dell’istante attraverso la cattura dello sguardo, dall’altra,
proprio per questo, ne viene sancita l’immortalità e il perdurare dell’attimo catturato
nel flusso del tempo, da ciò deriva che ad ogni fotografia ne seguirà un’altra
arbitrariamente scelta in virtù dei rapporti fra i loro significati.
Ogni fotografia sta a rappresentare non
già un valore universale ma un locale punto di interesse quotidiano all’interno
delle logiche sociali in evoluzione costante, perciò una pratica che non avrà
mai fine, sempre giustificata nella sua necessità di documentare data dalla
stessa forza che genera il movimento di cambiamento: cambiano l’ambiente e il
paesaggio sociale, cambiano le attività, le abitudini e i gesti, cambiano le
emozioni, le facce e le mode.
Le fotografie non sono opere d’arte con un
valore e un senso in quanto tali e prese singolarmente, ma immagini che acquistano
senso se inserite in un contesto di congiunzione e confronto tra di loro e con tutti
gli altri testi prodotti dalla società.
Testi, fotografie ed esposizione sono
stati realizzati tutti dall’esordiente Re Daniele in collaborazione con il
circolo PD di Galbiate che ha gentilmente concesso lo spazio in occasione della
festa democratica di Sala al Barro al centro sportivo al Marè.
L’apertura dell’esposizione è prevista
per giovedì 10 luglio alle ore 18.30.
Le foto resteranno esposte al tendone
della festa democratica per i giorni dal 10 al 13, il 16, dal 18 al 20 e dal 25 al 27 del
medesimo mese.
Si ringraziano Matteo Riva per la
selezione dei testi e Matteo Losi per il progetto grafico.