Esercizi di stile di Raymond Queneau, traduzione di Umberto Eco
Non ero proprio scontento del mio
abbigliamento, oggi. Stavo inaugurando un cappello nuovo, proprio grazioso, e
un soprabito di cui pensavo tutto il bene possibile. Incontro X davanti alla
Gare Sant-Lazare che tenta di guastarmi la giornata provando a convincermi che
il soprabito è troppo sciancrato e che dovrei aggiungervi un bottone in più. Cara
grazia che non ha avuto il coraggio di prendersela con il mio copricapo.
Non ne avevo proprio bisogno, perché prima
ero stato da un villan rifatto che ce la metteva tutta per brutalizzarmi ogni
volta che i passeggeri scendevano o salivano. E questo in una di quelle immonde
bagnarole che si riempiono di plebaglia proprio all’ora in cui debbo umiliarmi
a servirmene.