sabato 19 gennaio 2013

Intervista a Florance


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Intervista a Florance
Florance Milano Università Degli Studi 2012

Florance è una ragazza togolese di venticinque anni con una laurea triennale in Scienze Politiche Internazionali Europee. Oggi vive a Como ed è in cerca di lavoro a Milano, anzi ora è proprio in attesa della risposta da parte delle agenzie interinali alle quali ha fatto domanda e presentato il proprio curriculum.
Fino ad oggi Florance ha vissuto la città di Milano come studentessa universitaria, e per gli stessi motivi per cui ha studiato qui ha scelto di cercare lavoro qui “perché Milano offre molte più possibilità”, sia dal punto di vista di mostre ed eventi culturali di interesse per giovani studenti, sia  dal punto di vista del lavoro: “essendo una grande città ci sono più possibilità di trovare lavoro nell’ambito in cui ci si è specializzati e per il quale si è studiato”. Comunque sia “trovare lavoro è difficile”.
A Como Florance ha un appartamento nel quale vive sola e un lavoro come impiegata al McDonald “che mi permette di mangiare e pagare l’affitto”.
Ma Florance vorrebbe lavorare nell’ambito di cooperazione e sviluppo, per la difesa dei diritti di donne e bambini, partecipare a progetti di associazioni per il sostegno delle donne, la tutela dell’infanzia e il microcredito.
Nei suoi progetti per il futuro c’è quello di proseguire gli studi conseguendo una laurea magistrale a Londra seguendo il corso di Internatioanl Lew and Diplomacy, “ non appena metto via  abbastanza soldi”.“Mi piacerebbe studiare all’estero così da avere un confronto con un altro paese per quanto riguarda lo stile di vita e l’organizzazione”.
Florance e la sorella sono arrivate in Italia dal Togo nell’aprile 1998 per ricongiungimento familiare, poiché i genitori e il fratello erano già in Italia.
Lei alla città di Milano non associa alcun odore particolare, ma dice che è una città multicolore, riferendosi alla stazione di Cadorna, dove arriva e riparte col treno, in particolare alla scultura dell’ago e filo di Oldenburg  che idealmente ricongiunge le varie parti della città e del suo tessuto, mentre le è rimasto impresso, per il suo modo di vivere la città camminando, il suono metallico del tram sui binari.
Alla domanda se possa fare un confronto tra Milano e la sua città di origine, Tsévié, risponde: “non c’è confronto, sono completamente diverse!” e definisce Milano come “chiusa e molto meccanica, cioè quando vedi la gente sui mezzi, treno, tram e metro sai già che stanno andando al lavoro e puoi anche immaginare che lavoro facciano” e “poi ci sono anche molte macchine, molti mezzi”, mentre Tsévié è molto più libera, “quando la mattina vedi in giro le persone non sai dire dove stanno andando, né cosa faranno durante la giornata, dal vestito non si capisce che lavoro fanno né se in quel momento vi stanno andando” e “i colori lì sono molti di più, c’è molto più verde e anche molto rosso”; Florance si riferisce agli alberi e alla natura che qui manca e alla terra con cui si fanno vasi e altri oggetti in terracotta per cui Tsévié è famosa.
“Ma questi sono ricordi di quando ero bambina”, di quando era più libera da impegni e l’ambiente circostante le appariva molto più grande di quanto appaia agli occhi di un adulto.
“Loreto mi ricorda il mio paese, anche via Padova e via Sarpi” perché ci sono molti negozi etnici, la vita finisce tardi, solo lì in tutta la città si trova questo ambiente multietnico e “easy”, secondo la sua definizione.
Il parco del planetario in Porta Venezia è un altro luogo in cui le piace stare, “perché quando ci entri il rumore della città scompare dietro gli alberi”, ovattato dalla natura, dove si respira un’altra aria.
Alla domanda se si senta più italiana o più togolese lei risponde che non si sente di né l’una né l’altra, “c’è tanta cultura occidentale in me, pur mantenendo le mie idee di origine, sono un mix di cose” […] “la cultura italiana è arte…pasta e pizza” aggiunge ridendo.
 Re Daniele 17-04-12