sabato 13 ottobre 2012

Per una teoria della fotografia




*ATTENZIONE: il presente articolo e le foto correlate possono essere utilizzati solo per fini didattici  e informativi,  non commerciali ed è consentita la pubblicazione con indicazione di firma, data e sito dell’autore (http://www. rephotowriter.blogspot.it /), si chiede gentilmente di comunicarlo all’autore (danyre@hotmail.it)


Questo breve elenco di testi su storia, teoria e tecnica della fotografia serve a capire meglio la fotografia, a leggerla e a contestualizzarla durante l’analisi critica di un’immagine fotografica, come potrebbe essere la sola osservazione o fruizione quotidiana da giornali e riviste.


I-                   Breve Storia della Fotografa di Jean-A. Keim

È  un piccolo volume che in breve, appunto, racconta la storia della fotografia partendo dalla camera obscura e dai procedimenti che sono confluiti nell’invenzione del 1839, procedendo più o meno per generi Keim cita i maggiori esponenti dei vari periodi e correnti di pensiero, descrivendone il lavoro.

È un primo passo per conoscere l’evoluzione di questo nuovo mezzo e chi ha segnato i passi più importanti durante la sua evoluzione fino al secondo dopo guerra.

II-                   Fotografia, Una Storia Culturale e Visuale di Graham Clarke

Il passo successivo è una prima descrizione del fenomeno “fotografia” a livello culturale, di come esso è stato accolto dalla società e di quali compiti è stato investito dall’attività intellettuale dei suoi operatori; in sostanza vi è una prima analisi teorica delle maggiori correnti o ambiti di indagine che la fotografia ha seguito e interpretato, dal paesaggio e i tableau vivant, alla città, al ritratto e al corpo per arrivare alla fotografia come documento e come arte.

Nell’ultima parte, intitolata “Il Gabinetto delle Curiosità”, Clarke prende in esame la funzione che la fotografia ha assunto a livello culturale nella società: essa è uno strumento che fa risaltare un qualcosa (soggetto) attribuendogli un valore all’interno di un sistema di riferimenti culturali e come medium essa ci mette in contatto con il nostro passato, il famoso “è stato”. Clarke ci ricorda quanto la fotografia sia misteriosa proprio per la sua capacità di accumulare significato col passare del tempo, come uno strato di polvere, “la fotografia sola, preserva e mostra un momento tratto da un continuum” (John Berger), “quindi privilegia il momento, e nel coglierlo la trasforma” (Graham Clarke).


III-             Fotografia e Società di Gisèle Freund

Questo testo presenta un’analisi più approfondita dei movimenti e delle tendenze che la fotografia ha generato e mosso nella pancia della società. Partendo dalle esperienze e dalle manifestazioni delle esigenze sociali (borghesi) che hanno favorito e condizionato lo sviluppo della fotografia nella Francia della prima metà del XIX secolo Gisèle Freund prende in esame le idee e i fenomeni che sono nati attorno alla pratica di questo nuovo mezzo, i dati e fatti storici, come la grande industria fotografica che subito fiorì assieme all’entusiasmo generale o le carte de visite; proseguendo arriva al fenomeno del fotogiornalismo degli anni  Venti e Trenta della Germania post bellica e alla diffusione a livello mondiale delle riviste illustrante come “Vu” e “Life” negli anni seguenti, per arrivare all’arte e agli utilizzi della fotografia negli anni Settanta già teorizzati da Mohloy Nagy, sia come espressione artistica sia come fenomeno caratterizzante l’intera società occidentale.

Fino a qui è tutta una storia della fotografia, con interessanti analisi e pensieri sul cosa è successo, sul come, sul perché e sul chi ha fatto, detto e pensato.

Esistono molti altri volumi di storia che potranno integrare questa parte come Storia della Fotografia di Beaumont Newhall e Storia e Tecnica della Fotografia di Italo Zannier, ma mi pare che per una conoscenza generale basti questo.


IV-             Lezioni di Fotografia di Luigi Ghirri, a cura di Giulio Bizzarri, Paolo Barbaro e Gianni Celati

Questo è un libro che parla più di tecnica e può essere utile a chi non sa usare la macchina fotografica a dare una lettura anche tecnica alle fotografie che si osservano. Ma non è solo questo, Ghirri era una persona di grande intelligenza e sensibilità artistica; oltre alle conoscenze tecniche metteva in pratica fini ragionamenti concettuali come il discorso sulla “Soglia”: inserito tra le numerose righe di tecnica e storia (a sottolineare quanto sia importante conoscerla) si trova l’introduzione ad un approccio teorico di ampio respiro e soprattutto spiegato in modo semplice e diretto.

-questo testo potrebbe essere letto per primo o per secondo proprio per le nozioni tecniche che contiene, ma qui inserito serve ad introdurre una teoria più approfondita-


V-                Il Primo Libro di Fotografia di David Bate

Il testo di Bate arriva più in profondità rispetto a quello di Clarke pur seguendo una linea simile, cioè portando avanti un’analisi dei generi della fotografia, la loro evoluzione e come essa è stata recepita dagli uomini e quali idee abbia generato, quali riflessioni e usi ne siano derivati.

Partendo anch’egli dalla storia passa alla teoria della fotografia descrivendo alcuni pensieri e metodi di lettura e interpretazione come la semiotica e, sempre seguendo questa analisi specifica, affronta poi i temi della foto come il documento, il ritratto, la natura morta e l’arte.

Nell’ ultima parte, intitolata Fotografia Globale, Bate da una visione del fenomeno della fotografia nell’ambito della globalizzazione e di come essa possa o no essere intesa globalmente in quanto portatrice di messaggi suscettibili di interpretazioni differenti. Questa fotografia mondiale perde in parte la dimensione temporale (es. cronaca) per acquistarne una spaziale di maggiore importanza, ora il suo spazio è il mondo globalizzato e digitalizzato. Questo modo di intendere l’immagine fotografica è un fenomeno nuovo nel corso della storia e produce effetti diversi da quelli connessi all’immagine analogica, quindi ha bisogno di nuove analisi e metodi di lettura.

Ciò che non cambia è il modo in cui viene rappresentato il soggetto, il quale deriva dal sistema culturale di riferimento; quest’ultimo è “dato dall’alto” (cioè dalla diffusione di immagini tramite giornali e web) ed assimilato dalla società di massa, il che è direttamente collegato alla globalizzazione, in quanto permette una maggiore diffusione e possibilità di fruizione delle immagini; la fotografia globalizzata e digitalizzata diviene indicatore dei cambiamenti “impressi alla forma delle strutture del potere del mondo”.(David Bate)

VI-             L’Infinito Istante di Geoff Dyer

Ora si mettiono in pratica le analisi che fino ad ora sono state studiate!

Testo semplice ed efficace, scritto non da un fotografo né da un addetto ai lavori, ma da uno scrittore appassionato, L’Infinito Istante prende in considerazione vari temi e soggetti ricorrenti nella fotografia, prendendo spunto soprattutto dall’esperienza americana ed estrapolandone i significati e le diverse interpretazioni del caso; partendo dal contesto storico nel quale si trova immerso l’autore della fotografia presa in esame, passa alla descrizione del soggetto e del suo contesto visuale, traendo le proprie considerazioni sul significato di quel che ha davanti; così operando passa da autore ad autore e di periodo in periodo, affrontando una buona parte dell’evoluzione del pensiero della fotografia.

Ciò che si incontra leggendo il testo di Dyer sono grandi suggestioni, in primis quella del mitico viaggio americano e l’idea che il sentimento è la qualità che più deve direzionare lo sguardo del fotografo nella sua ricerca e quello dell’osservatore della fotografia nella sua analisi.

VII-          Sulla Fotografia di Susan Sontag

            “Tanto più pensavo alle fotografie, tanto più diventavano complesse e suggestive”.(Susan Sontag)

Dalla Grotta di Platone all’America in fotografia agli Oggetti Melanconici, L’Eroismo della Visione, i Vangeli fotografici e Il Mondo dell’Immagine, Susan Sontag descrive a cosa è servita e a cosa serve la fotografia, il suo rapporto col tempo, con la morte, con l’intenzione del fotografo e con i sentimenti che lo guidano.

            L’azione del fotografare è visto come una filosofia della visione e dell’esperienza del mondo (scomporlo e collezionarlo), ma soprattutto la fotografia ha una sua intelligenza che si è sviluppata nel tempo, soprattutto grazie alle idee di surrealismo e modernismo ha assunto quei caratteri fondamentali che noi oggi le attribuiamo e che ne fanno un’esperienza complessa di relazione e interazione con il reale.

            Il continuo consumo di immagini ha portato un sempre maggiore consenso dei modi e delle forme di espressione e dei loro messaggi, rendendoci più permissivi e recettivi nei loro confronti ma allo stesso tempo anestetizzandoci di fronte alla realtà.

“Il senso sempre più complesso della realtà crea fervori e semplificazioni compensativi, il più assuefatto dei quali è fotografare. Come se i fotografi, di fronte a un senso della realtà sempre più svuotato, stessero cercando una trasfusione, ricerca di nuove esperienze e rinnovamento delle vecchie. La loro onnipresente attività è la versione più radicale, e meno pericolosa, della mobilità”.

“Una società capitalistica esige una cultura basata sulle immagini. Ha bisogno di fornire quantità enormi di svago per stimolare gli acquisti e anestetizzare le ferite di classe, di razza e di sesso. E ha bisogno di raccogliere quantità illimitate di informazioni, per meglio sfruttare le risorse naturali, aumentare la produttività, mantenere l’ordine, fare la guerra e dar lavoro ai burocrati. La duplice capacità della macchina fotografica, quella di soggettivare la realtà e quella di oggettivarla – è la risposta ideale a queste esigenze e il modo ideale di rafforzarle. Le macchine fotografiche definiscono la realtà nelle due maniere indispensabili al funzionamento di una società industriale avanzata: come spettacolo (per le masse) e come oggetto di sorveglianza (per i governanti). La produzione di immagini fornisce inoltre un’ideologia dominante. Al mutamento sociale si sostituisce un mutamento nelle immagini. La libertà di consumare una pluralità di immagini e di beni viene identificata con la libertà tout court”.

“Ma la forza delle immagini fotografiche deriva dal fatto che esse sono realtà materiali in sé, depositi riccamente informativi lasciati sulla scia di ciò che le ha emesse, potenti mezzi per capovolgere la realtà, per trasformare questa in ombra. Le immagini sono insomma più reali di quanto chiunque avesse supposto”.(Susan Sontag)


VIII-       La Camera Chiara di Roland Barthes

Ecco spiegato che cos’è la Fotografia! Non bisogna mai dimenticarsi del sentimento!
http://rephotowriter.blogspot.it/2012/08/roland-barthes-la-camera-chiara.html

IX-             Fotografia Come Arte Contemporanea di Charlotte Cotton

Questo libro offre un breve sguardo sulla fotografia artistica contemporanea, della quale fa una descrizione dei lavori più interessanti dei maggiori artisti-fotografi (che utilizzano anche la fotografia) o fotografi riconosciuti da gallerie e musei a livello mondiale. Utile per capire in che direzione si è mossa la fotografia dagli anni Sessanta e Settanta ad oggi, poiché nei testi precedenti si prendono in esame periodi conclusi e personaggi morti o non più attivi.

Alcuni di questi testi sono di recente pubblicazione, io non ho letto molti dei precedenti, ma sono sicuro che le cose scritte in quelli più recenti di questo elenco si ritrovano in quelli precedenti e che chi ha studiato prima di me questo argomento era a conoscenza di queste cose; invito chi volesse approfondire lo studio della teoria della fotografia e della comunicazione per immagini a proseguire con la lettura di altri testi pubblicati in anni precedenti; comunque sia sono convinto che con la lettura di questa breve bibliografia sarà possibile avere un’idea più completa e approfondita della fotografia quando la si incontrerà.

Molti sono i testi che possono ampliare questo elenco, come i libri del geniale designer Bruno Munari, scritti in maniera semplice e ricchi di esempi visivi esemplificativi dei concetti espressi e di come funziona il mondo della rappresentazione visuale; altri testi più complicati e specifici sono Sull’Opera d’Arte nell’Epoca della sua Riproducibilità Tecnica e Piccola Storia della Fotografia del filosofo Walter Benjamin e Pittura, Fotografia, Film e La Nuova Visione di Moholy-Nagy e altri ancora, poiché qualsiasi argomento può arricchire il pensiero, lo studio e l’interpretazione di un altro.

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