mercoledì 1 agosto 2012

Hippolyte Bayard

*Attenzione: la seguente biografia è frutto di una ricerca personale che prende informazioni da varie fonti: i siti http://www.storiadellafotografia.it/; da erticoli e recnesioni pubblicati dalle pagine artistiche e culturali di http://www.corriere.it/,  http://www.repubblica.it/,  http://www.ilsole24ore.com/, http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale; le pubblicazioni “I Grandi Fotografi” edito da Fabbri  e curato da Romeo Martinez e Bryn Cambpell, “I Grandi Fotografi, Testimonianze e Visioni del Nostro Tempo; Magnum Photos” edito da Hachette e Il Sole 24 Ore in collaborazione con Contrasto (http://www.contrasto.it/), “FotoNote” edito dalla Contrasto, “Breve Storia della Fotografia” di Jean-A. Keim edito da Enaudi.
*ATTENZIONE: il presente articolo può essere utilizzato solo per fini didattici  e informativi ed è consentita la pubblicazione con indicazione di firma, data e sito dell’autore (http://www. rephotowriter.blogspot.it /), si chiede gentilmente di comunicarlo all’autore (danyre@hotmail.it)

Hippolyte Bayard

Hippolyte Bayard nato a Breteuil-sur-Noye il 20 gennaio 1807, morto Nemours il 14 maggio 1887 fu tra i primi fotografi della storia e inventore di un procedimento noto come stampa positiva diretta. Il 24 giugno 1839 realizzò la prima mostra fotografica, presentando alcuni suoi lavori.
Il processo di stampa positiva diretta utilizza della carta immersa in cloruro d'argento, che scurisce se esposta alla luce. Viene immersa nello iodato di potassio prima dell'esposizione e successivamente lavata in un bagno di iposolfito di sodio e asciugata. L'immagine risultante è un positivo non riproducibile. A causa dell'utilizzo della carta, poco sensibile alla luce, il tempo di esposizione alla luce è di circa 12 minuti, inutilizzabile per il ritratto, ma adeguato per il paesaggio.
Sembra che Bayard venne persuaso da François Arago a posticipare la presentazione della sua scoperta, favorendo in questo modo il procedimento di Louis Daguerre, la dagherrotipia. Bayard rese pubblico il procedimento solo il 24 febbraio del 1840.
Per alcuni fu il suo lavoro di impiegato governativo al servizio della monarchia, che lo mise in cattiva luce verso Arago, quest'ultimo capo dell'opposizione repubblicana.
Bayard reagì a questa situazione realizzando un autoritratto nella postura di un annegato, allegando la seguente didascalia:

« Questo che vedete è il cadavere di M. Bayard, inventore del procedimento che avete appena conosciuto. Per quel che so, questo infaticabile ricercatore è stato occupato per circa tre anni con la sua scoperta. Il governo, che ha fatto anche troppo per il signor Daguerre, ha detto di non poter far nulla per il signor Bayard, che si è gettato in acqua per la disperazione. Oh! umana incostanza...! È stato all'obitorio per diversi giorni, e nessuno è venuto a riconoscerlo o a reclamarlo. Signore e signori, passate avanti, per non offendervi l'olfatto, avrete infatti notato che il viso e le mani di questo signore cominciano a decomporsi. »




Con questo espediente Bayard inserisce nella fotografia la finzione, che è realtà agli occhi dell’osservatore perché una fotografia si basa su presupposti reali.
Nonostante tutto Bayard continuò la sua attività di fotografo, partecipando alla fondazione delle Società francese per la fotografia e gli venne commissionata l'attività di documentazione fotografica dell'architettura e dei monumenti storici francesi, per la Mission Héliographique del 1851, lavoro che portò a termine utilizzando in gran parte la calotipia.
Nel 1943 venne pubblicato a Parigi il volume Hippolyte Bayard, der erste Lichtbildkunstler, che dimostra come il procedimento di Bayard sia precedente a quello di Daguerre, assegnandoli quindi il titolo di inventore della fotografia.