*Attenzione: la seguente biografia è
frutto di una ricerca personale che prende informazioni da varie fonti: i siti
http://www.storiadellafotografia.it/; da erticoli e
recnesioni pubblicati dalle pagine artistiche e culturali di http://www.corriere.it/, http://www.repubblica.it/, http://www.ilsole24ore.com/, http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale;
le pubblicazioni “I Grandi Fotografi” edito da Fabbri e curato da Romeo Martinez e Bryn Cambpell,
“I Grandi Fotografi, Testimonianze e Visioni del Nostro Tempo; Magnum Photos”
edito da Hachette e Il Sole 24 Ore in collaborazione con Contrasto (http://www.contrasto.it/), “FotoNote”
edito dalla Contrasto, “Breve Storia della Fotografia” di Jean-A. Keim edito da
Enaudi.
*ATTENZIONE:
il presente articolo può essere utilizzato solo per fini didattici e informativi ed è consentita la pubblicazione
con indicazione di firma, data e sito dell’autore (http://www.
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Hippolyte Bayard
Hippolyte
Bayard
nato a Breteuil-sur-Noye il 20 gennaio 1807, morto Nemours il 14 maggio 1887 fu
tra i primi fotografi della storia e inventore di un procedimento noto come stampa
positiva diretta. Il 24 giugno 1839 realizzò la prima mostra fotografica, presentando alcuni suoi lavori.
Il processo di stampa
positiva diretta utilizza della carta immersa in cloruro d'argento, che scurisce se esposta alla luce. Viene immersa nello iodato
di potassio prima dell'esposizione e successivamente lavata in un bagno di iposolfito
di sodio e asciugata. L'immagine risultante è un
positivo non riproducibile. A causa dell'utilizzo della carta, poco sensibile
alla luce, il tempo di esposizione alla luce è di circa 12 minuti,
inutilizzabile per il ritratto, ma adeguato
per il paesaggio.
Sembra che Bayard venne
persuaso da François
Arago a posticipare la presentazione della sua
scoperta, favorendo in questo modo il procedimento di Louis Daguerre, la dagherrotipia. Bayard
rese pubblico il procedimento solo il 24 febbraio del 1840.
Per alcuni fu il suo lavoro
di impiegato governativo al servizio della monarchia, che lo mise in cattiva
luce verso Arago, quest'ultimo capo dell'opposizione repubblicana.
Bayard reagì a questa situazione
realizzando un autoritratto nella postura di un annegato, allegando la seguente
didascalia:
« Questo che vedete è il cadavere di
M. Bayard, inventore del procedimento che avete appena conosciuto. Per quel
che so, questo infaticabile ricercatore è stato occupato per circa tre anni
con la sua scoperta. Il governo, che ha fatto anche troppo per il signor
Daguerre, ha detto di non poter far nulla per il signor Bayard, che si è
gettato in acqua per la disperazione. Oh! umana incostanza...! È stato
all'obitorio per diversi giorni, e nessuno è venuto a riconoscerlo o a
reclamarlo. Signore e signori, passate avanti, per non offendervi l'olfatto,
avrete infatti notato che il viso e le mani di questo signore cominciano a
decomporsi. » | ||
Con
questo espediente Bayard inserisce nella fotografia la finzione, che è realtà
agli occhi dell’osservatore perché una fotografia si basa su presupposti reali.
Nonostante tutto Bayard
continuò la sua attività di fotografo, partecipando alla fondazione delle Società
francese per la fotografia e gli venne commissionata l'attività di
documentazione fotografica dell'architettura e dei monumenti storici francesi,
per la Mission
Héliographique del 1851, lavoro che portò a termine utilizzando in gran parte la calotipia.
Nel 1943 venne pubblicato a Parigi
il volume Hippolyte Bayard, der erste Lichtbildkunstler, che dimostra
come il procedimento di Bayard sia precedente a quello di Daguerre,
assegnandoli quindi il titolo di inventore della fotografia.